Adrian Blog

środa, 10 października 2007

Secondo un recente studio, il 20% degli studenti universitari, uno su cinque, si rivolgerebbe ad agenzie o privati per la stesura della tesi, e non per avere un aiuto o una consulenza, ma per acquistarla direttamente. ProntoConsumatore.it ha intervistato uno "scrittore di tesi" professionista.

Se qualcuno scrive una tesi al posto di un altro, commette reato di falso ideologico. Per chi se la fa fare, oltre all'imputazione per falso ideologico, c’è anche il ritiro del titolo di laurea.
Nonostante questo, è boom delle tesi su commissione: secondo una ricerca di studenti.it, uno studente universitario su cinque fa ricorso a società di consulenza o privati per la tesi di laurea.
Basta una mail o una telefonata per ricevere il tariffario e la disponibilità alla redazione della tesi.
Il tariffario va
da 1.200 euro a quasi 6000 euro.
Naturalmente nel contratto non si nomina mai la parola “tesi”, ma si parla di servizi quali “bozze di studio” o “ricerche”.
Gli utenti che si rivolgono alle società di consulenza sono nella maggior parte dei casi studenti universitari lavoratori, ma sono in crescita gli studenti “normali” che non hanno voglia di impiegare troppo tempo per la tesi.
Le società di consulenza, piccole e grandi, la fanno da padrone, con tariffe spesso molto alte, ma non mancano i “freelance”, privati cittadini che affiancano al proprio mestiere anche quello di “scrittori di tesi”.

Ne abbiamo intervistato uno. R.N., trentasei anni, non toscano ma residente a Firenze, scrive tesi per lavoro.

Come ha cominciato a svolgere questa attività?
“Dando ripetizioni: una volta un mio studente mi ha chiesto una mano per la tesi, ed è andata a finire che gliel'ho fatta tutta io. Da lì mi è venuta l'idea, tanto che adesso nei foglietti che attacco qua e là per pubblicizzare la mia attività, la prima voce è ‘Serve aiuto per la tesi?’”

Ed è solo un aiuto?
“Alcuni si rivolgono solo per la rilettura, per l'editing. Ma sono rari: di solito va a finire che la tesi la scrivo tutta io”.

Quanto prende per una tesi?
“Dipende dal lavoro. Per le tesi quinquennali prendevo 600 euro, anche se poi il prezzo varia a seconda del lavoro svolto: ovviamente più la tesi è affine al mio campo meno tempo ci impiego.
Ultimamente lavoro soprattutto con le tesine triennali (quelle del "nuovo ordinamento" n.d.r.), che sono più brevi e semplici, e quindi meno costose, sui tre-quattrocento euro. Intendiamoci: non ci faccio i soldi, ma è meglio che dare ripetizioni, lavoro da solo, c’è molto meno stress”.

Farà tesi solo nel suo campo...
“Assolutamente no: a parte le tesi squisitamente tecniche, copro praticamente tutte le facoltà umanistiche e parte di quelle scientifiche”.

Com'è possibile scrivere tesi universitarie degli argomenti più disparati?
“Semplice: grazie a internet. La rete è piena di fonti e enciclopedie on-line, e dove non arriva Internet, partendo dalle bibliografie posso arrivare ai testi necessari; in ogni caso cerco di evitarlo e faccio tutto via Internet, perchè la cosa è molto più veloce.
Si tratta solo di fare molti copia-incolla, poi tagliare quelli superflui e infine dare un minimo di organicità: basta un po' di flessibilità mentale. Capita anche di raccogliere prima tutti i materiali su un determinato argomento e decidere successivamente il sommario della tesi.
Chiaro che per alcune facoltà più specifiche il lavoro è più duro perché c’è da lavorare su fonti di settore, ma una volta che ci si è fatta l’abitudine non è difficile.
Va detto poi che dopo l’avvento delle lauree triennali in alcune facoltà le tesi sono diventate quasi ricerche da liceo”.

E la qualità del lavoro che fine fa?
“E' ovvio che chi si rivolge a me non sta facendo una tesi di ricerca né ha l'ambizione di scoprire qualcosa di nuovo, e nella maggior parte dei casi neanche è interessato a un buon voto finale: gli interessa solo laurearsi alla svelta. Le mie sono tutte tesi compilative, comunque non credo che siano peggiori di quella che la stessa persona farebbe da sola: altrimenti non si rivolgerebbe a me”.

Non crede che ci sia il rischio, per lo studente, di essere scoperto?
“E come? Sfido chiunque a trovare uno studente che non abbia usato Internet per la stesura della tesi. Dopo l'avvento delle ‘tesine’ del nuovo ordinamento, come le ho detto, le aspettative dei professori si sono ulteriormente abbassate, e quindi nessuno si sorprende a trovarsi tra le mani materiale banale o un po' risaputo; io in ogni caso cerco di offrire un prodotto pulito. Non profondo e certamente neanche nuovo, ma pulito, ripeto. Roba leggibile”.

Conosce altre persone che fanno il suo stesso lavoro?
“Qualcuno si, anche per grandi agenzie. C'è anche chi fa prima di me, imbrogliando oltre all’Università anche lo studente suo cliente.
Vi spiego il trucco: molte tesi sono consultabili o addirittura acquistabili on-line da siti specifici. Il collega sonda le intenzioni dello studente e scarica una tesi a tema, poi gliela propone: se gli piace, lo studente la propone al professore come se avesse avuto l'idea lui.
A quel punto il tesista non deve fare altro che fare qualche modifica qua e là e venderla allo studente: un lavoro da un paio di giornate al massimo. Io però non lo faccio: le mie tesi sono composte con materiali presi sì da internet, ma originali”.

fonte: ProntoConsumatore

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